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Sogno o son destro

Sogno o son destro

di RENO BRANDONI

Il passato insegue sempre il presente. Non puoi dire o fare nulla, tutto può essere usato contro di te, anche dopo anni; dopo secoli, mi piacerebbe dire, se il tempo non fosse così tiranno. 

Questa regola vale solo per le cose malevoli, perché di quelle buone si perde traccia. Subito, all’istante.

Quale sia la ragione di questa regola la ignoro. Probabilmente è legata al principio del ‘mal comune mezzo gaudio’. Cioè, se qualcuno sta male più di me, vorrà dire che io sto meglio di qualcun altro. Ecco allora che l’acceleratore trasforma anche solo una battuta, un pensiero, un’idea in una condanna definitiva, dimenticando di analizzare epoca e contesto.

È una riflessione che, per me, vale su ogni argomento. Prima di giudicare, di criticare o peggio di condannare, cerco di farmi una mia idea. E quasi sempre sono per l’assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’. Cerco di distinguere i fatti dalle parole, per giudicare ciò che vedo e non ciò che sento o, peggio, che mi viene raccontato.

Le mie origini e i miei scritti spero mi allontanino da facili allineamenti con qualunque idea o posizione culturale/politica che non sia la mia. Infatti solo io posso dire, fare, negare, spiegare. Ovvio, diranno in molti! E proprio perché è ovvio, credo che questo principio debba essere garantito a tutti. 

Chi mi conosce si chiederà dove voglio andare a parare. Il pensiero sin qui espresso è vago e piuttosto ‘spinoso’. In questi tempi di guerra e pandemia può essere mal interpretato, creando un precedente sulle mie visioni, e sicuramente potrà essere usato – a mia insaputa (chissà poi da chi?) – contro di me. Allora mi dissocio subito dal vostro chiacchiericcio e vi confermo che non sto parlando di violenza o di virus, argomenti in voga al momento. Parlo del rispetto di un umano verso un altro umano (ho evitato la parola ‘uomo’ per non cadere nell’inganno dell’uso comune, dimenticando il resto dell’umanità). Parlo della possibilità di cambiare opinione, ricordando il detto secondo cui ‘solo i cretini non cambiano idea’. Sapendo di già che tale detto abitualmente vale solo per gli amici, perché invece, i nemici devono essere sempre coerenti e mai ambigui. Parlo della libertà di guardare i fatti per quello che sono, di poter condividere pensieri e idee, senza dover conoscere in precedenza la fonte per capire se schierarsi o dissentire, ancor prima di aver espresso un parere. 

Parlo soprattutto – e questo è il punto – del fatto che mi sono annoiato di leggere di esperti musicisti, endorser, valenti e abili chitarristi, di cui non si può parlar male, perché non hanno mai fatto nulla e questo li solleva dal rischio di ricevere pareri o giudizi di qualunque natura. 

Chi sono allora i nostri eroi di oggi? Ignoti aspiranti sfaccendati che raccontano agli altri cosa fare, senza aver mai fatto. Senza aver mai sbagliato, tronfi del loro anonimo successo che misurano in like o visualizzazioni. I nuovi ‘vergini’ li riconosci dal piglio deciso e soddisfatto nel presentare quell’amplificatore o quella nuova chitarra, identificando in quel suono la propria arte e accalappiando consensi da una platea distratta, che non può trovare argomenti di critica perché nulla esiste del loro passato. 

Ecco perché preferisco quelli che sbagliano, che si contraddicono, che cambiano opinione, che chiedono scusa per poi ripetere gli stessi errori. Li amo perché esistono, con le loro debolezze e la loro polvere sulle scarpe, che non è mai segno di trascuratezza, ma solo di vita realmente vissuta.

Buon fingerpicking!

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