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Reno Brandoni – Come suonare la Chitarra Fingerpicking

Brandoni_cover_webPer parlare di questo pregevole volume di Reno Brandoni devo raccontare un ‘fatto mio’; chiedo scusa per questo, ma penso sia importante e significativo. I miei cinque lettori (beh, se Manzoni ne aveva venticinque…) sanno che io sono un chitarrista ‘classico’, cane sciolto, lupo solitario, fuori da tutto, ma radicatamente ‘classico’. A Natale scorso in una cena tra amici mi scappò detto: «Eppure un’acustica mi piacerebbe averla, così, giusto per sfizio». Manco il tempo di arrivare a Santo Stefano e, grazie a uno dei presenti, mi ritrovo in casa una Takamine, da studio ma una Takamine. Ciò mi ha posto davanti a una serie di domande esistenziali tra le quali: «E mó come ce le cambio le corde? Basso alternato… de che? Pollice della sinistra che sporge? Io?» ecc. ecc. Fine dell’aneddoto (aggiungendo solo che la Takamine è sempre là, come Via della Scala, e che tutt’al più l’ho suonata qualche volta con uno stile che o dovrebbe farmi bandire del tutto da questa rivista, o dovrebbe costringere a riscrivere tutti i manuali…).
Ma ora che c’è questo libro, capisco che ci voleva proprio e per un semplice motivo: perché risponde esattamente a quel tipo di domande, che mi sono posto io e che si pongono chissà quante persone, differenziandosi proprio per questo da tutte le pur importantissime opere basic esistenti sul mercato. Perché questo libro ‘per principianti’ lo è davvero e prende letteralmente per mano chi imbraccia per la prima volta una chitarra (certo, preferibilmente acustica e per suonare in stile fingerpicking) ma anche chi ha ‘secoli di esperienza, però… da un’altra parte. In questo consiste la sua unicità.

Ma vediamo più da vicino i contenuti. Si comincia da zero e cioè da come tenere la chitarra, analizzando la posizione classica e quella ‘acustica’ con evidente (vedere l’espressione del volto dell’autore nelle foto!), e ovvia, predilezione per quest’ultima, oggettivamente più consona al fingerpicking. Si passa poi all’impostazione delle due mani, con circonstanziati consigli derivanti dalla lunga esperienza di Brandoni, per giungere al nodo cruciale della scrittura e della diteggiatura: si entra decisamente nel mondo della tablatura (ritmica) sempre però surrogata dal pentagramma ufficiale, anche se è importante la precisazione di Brandoni quando afferma che «già la sola intavolatura evidenzia tutti gli elementi necessari alla lettura e allo studio». Come si sa, c’è tutto un mondo e un ampio dibattito dietro questa convinzione.
Da questo punto in poi si può dire che cominci il vero e proprio manuale pratico, punto di forza e di originalità della pubblicazione. Infatti, se si eccettua ancora una pausa teorica per addentrarsi nel mondo delle ‘note’ sul famigerato pentagramma (capitolo tanto più meritevole dal momento che la posizione dell’autore al riguardo è quella appena ricordata e, dunque, sarebbe stato facile ‘passare oltre’), con l’analisi e lo studio degli accordi (utilmente riepilogati in una apposita appendice), del barré e dell’accordatura si entra trionfalmente nella prima lezione e, da qui, in tutta una serie di livelli successivi di apprendimento e di difficoltà.
Ed ecco che emerge il ‘Brandoni insegnante’, con un linguaggio diretto e semplice, ma non superficiale, e con la cura minuziosa dei particolari; con la voglia di tenere sempre desta l’attenzione dell’allievo, facendolo confrontare da subito con capisaldi dello stile fingerpicking, quelli che ‘ti viene voglia di suonare’ e tanto basta, quali “Oh Papa”, “Shake That Thing”, “My Creole Belle”, e con l’approccio deciso verso aspetti tecnici ed espressivi quali le legature, i glissati, i bending, le acciaccature, e l’accordatura Dropped D, presa a simbolo di tutte le varie ‘scordature’ con cui prima o poi l’aspirante fingerpicker dovrà fare i conti.
Il punto di arrivo è gratificante: la possibilità di eseguire, avendo fatto tesoro degli insegnamenti, delle esperienze e dei consigli profusi a piene mani nel volume, il brano di Brandoni “Stella Artois”, un classico che consentirà ai lettori di scoprire nuovi mondi musicali. Perché è questa la funzione del maestro: trasmettere sapere e mostrare nuove strade.
Dimenticavo… brani ed esempi musicali sono riprodotti in utilissimi video, che presentano esecuzioni a diverse velocità per accompagnare e favorire l’apprendimento. E stavolta abbiamo registrato con piacere l’ammissione dell’autore che evidenzia come non sempre le esecuzioni a velocità normale seguano pedissequamente le diteggiature (specialmente della mano destra) indicate nel volume. Spesso questo diffuso fenomeno è simbolo di sciatteria editoriale, qui è un dichiarato intento da parte dell’autore di evidenziare la necessità di raggiungere, dopo il rigore dello studio, il piacere della libertà espressiva.
E alla fine del percorso si torna al livello minimo con una provvidenziale appendice sul cambio delle corde nella chitarra acustica, della quale sono personalmente grato all’autore.
Ma ora vi lascio: devo andare a studiare “Oh Papa”…

Carlo De Nonno

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