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Io non ci ho capito nulla

Io non ci ho capito nulla

Solo ieri era estate, e oggi è già quasi inverno: parliamo di Natale, montagna, sci, scarponi; ma soprattutto discutiamo di COVID-19 e di cosa accadrà…

Ora che le cicale ritornano a invidiare le formiche, ora che l’allegorico «Al lupo! Al lupo!» perde metà della sua costruzione per diventare un preoccupato e serio «Al lupo!», tutti s’interrogano su premesse, azioni e misfatti.

La mia famiglia ha accettato ogni tipo di vaccino, AstraZeneca, Moderna, Pfizer, e non sempre con reazioni innocue. Tutto questo nella speranza di un autunno tranquillo e senza limitazioni. Ma l’incertezza iniziale si protrae fino a inquietare presente e futuro. Sicilia e Sardegna sono pronte per ritornare in giallo un giorno sì e l’altro no; e chissà cosa accadrà alle altre regioni… Forse questa mia riflessione preoccupata non avrà motivo di essere letta quando sarà pubblicata. Oppure – speriamo di no – rappresenterà l’anteprima di un disagio comune annunciato, che nessuno vorrebbe condividere di nuovo.

Quando sono troppe le ragioni o le verità, non esiste nessuna ragione e nessuna verità. E quindi il libero arbitrio ritorna sovrano: in balìa di noi stessi cerchiamo di affrontare il tutto facendo finta di nulla. I giovani forse no, ma i più anziani non se la sentono di archiviare la faccenda, consapevoli che il confine tra il bene e il male è talmente sottile, che si può cadere da una parte o dall’altra senza neanche accorgersene.

I giovani hanno il futuro davanti: anche se incerto e con tristi prospettive, è sempre futuro. Chi invece ha già vissuto buona parte della sua vita, non riesce a ricevere conforto pensando che primo o poi tutto finirà. Ci si informa, si partecipa, si condivide cercando spiragli di coerenza e saggezza.

L’evento musicale più ‘eccitante’ dell’estate è stato il litigio tra Salmo e Fedez, sull’opportunità di subire i rigori di un’organizzazione che cerca di tutelare i più deboli, accanendosi giusto su di loro, o ritornare liberi e imprudenti a vivere l’arte e la musica senza limiti o freni. Come a Woodstock, o semplicemente come nel rave party di Viterbo.

È difficile prendere posizione. Come dicevo prima, nel paese delle mezze verità ogni mezza verità vale come una verità intera. E di conseguenza due verità si annullano tra di loro, lasciandoci il dubbio della ragione e di chi ha ragione.

Chi ha il Green Pass può andare al ristorante e mangiare al chiuso. Chi non lo ha non potrebbe accedere o dovrebbe stare all’aperto (anche questa è una questione da chiarire). Comunque, è successo che in un ristorantino sul mare i tavoli sulla spiaggia erano riservati ai no green pass, mentre quelli al chiuso e al caldo ai ‘vaccinati’. Come dire: cornuti e mazziati!

Iniziare settembre con un sermone del genere, dopo un’estate di riposo e riflessioni, dimostra come probabilmente non esista serenità, anche se la speranza è l’ultima a morire. Ma se le persone muoiono, muore anche la speranza: questa non è mia, l’ho letta in una intervista a una donna, che raccontava degli eventi che stanno travolgendo l’Afghanistan.

Ecco, con questa bella premessa, vi do appuntamento a Cremona, all’Acoustic Guitar Village, all’evento che dovrebbe segnare la rinascita, la riapertura dei contatti, dei rapporti, delle fiere. Insomma, il ritorno alla vita normale.

Speriamo… e buon fingerpicking!

Reno Brandoni

 

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