È online il numero 5/2014 di Chitarra Acustica, di cui potete leggere l’editoriale di presentazione e che potete sfogliare, scaricare o richiedere nella sua versione cartacea su chitarra-acustica.net o nei migliori negozi di strumenti musicali.
«Dedicato a Paco»
Confesso di essermi commosso più volte rileggendo l’articolo dedicato a Paco de Lucía. Non soltanto per il dolore, immenso e inevitabile, causato dalla morte di uno dei chitarristi in assoluto più importanti del Novecento. E per le tenere circostanze, se così si può dire, in cui si è verificata, mentre giocava a pallone con il figlio più piccolo Diego, in occasione di un periodo di riposo insieme alla famiglia sulle spiagge dello Yucatàn. Ma in particolare per le corde intime che Francesco Rampichini ha saputo toccare nel suo ricordo, anche grazie a una certa confidenza che è riuscito a conquistarsi con il grande maestro andaluso, fin dai tempi delle ripetute interviste raccolte nel corso della sua storica collaborazione con la rivista Chitarre. Del resto Francesco è, a mio modo di vedere, uno dei chitarristi e giornalisti di musica che meglio sa interpretare il rapporto tra la chitarra classica e le musiche ad essa confinanti. E il suo contributo è stato quanto di meglio ci potessimo aspettare, per tributare un degno ricordo di Paco.
Quello che più mi ha colpito, in questo articolo, è stato il racconto delle risposte di de Lucía, degnissime e anche ferme, ma al tempo stesso rispettose e sinceramente umili, alle ‘sottili critiche’ – perché così dobbiamo definirle – che gli provenivano da Andrés Segovia e da quella tipica rigidità mentale, per me sorprendente in un personaggio di così alto livello, che tanto ha influenzato e continua a influenzare l’accademia italiana.
Personalmente mi ritrovo molto spesso a fare riferimento proprio a Paco de Lucía, quando desidero affrontare quella mentalità inculcata, per la quale la ‘conoscenza’ della musica coincide con la conoscenza del pentagramma e delle regole della cosiddetta musica ‘colta’ occidentale, e a confrontarla con la profondità di tutte quelle culture musicali che basano la loro conoscenza sulla tradizione orale e popolare. Commoventi, appunto, sono da questo punto di vista i racconti di de Lucía circa la sua dedizione e i suoi sforzi per imparare, dagli spartiti, musiche tanto amate come quelle di de Falla e il Concierto de Aranjuez di Joaquín Rodrigo.
In questo numero dedicato a Paco, non abbiamo voluto far mancare altri articoli di spessore. Primo fra tutti quello consacrato a Ralph Towner, che ci ha incantati con l’intatta energia creativa della sua musica in occasione della sua partecipazione a Madame Guitar dello scorso anno, sia come ospite dell’Italian Guitars Trio che nella sua indimenticabile performance in solo. Anche nel suo caso abbiamo potuto ricorrere al contributo di una delle persone più adatte a parlarne, Giovanni Palombo, sia per la possibiltà che lui ha di superare la naturale riservatezza del personaggio, sia perché tra i maggiori esperti e seguaci italiani della musica del fondatore degli Oregon.
Questo è poi anche il numero che porteremo all’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, divenuto ormai – dando per scontato il valore del suo programma di concerti – il più importante evento fieristico consacrato alla chitarra e agli strumenti acustici in Italia. Troverete quindi nella rivista una sezione particolarmente sostanziosa dedicata agli strumenti, con in prima linea un’interessante intervista a Roberto Fontanot sul suo nuovo progetto Heart Sound, e il secondo capitolo riguardante il nuovo catalogo di chitarre Eko, con il consueto contributo di Massimo Varini.
Andrea Carpi