Cable Challenge
I cavi a confronto
Cos’è un cavo?
di Reno Brandoni
Cos’è un cavo? La parola sembrerebbe identificare un qualcosa di ‘vuoto’, una specie di ‘tubo’ che porta degli impulsi elettrici dalla chitarra all’amplificatore. E che importanza diamo noi a un tubo? In una casa si scelgono i rubinetti, la caldaia, l’impianto a pannelli solari, ma mai ci sogneremmo di indagare sui tubi: diamo per scontato che se esce l’acqua dal rubinetto, tutto funziona. Per la musica forse è la stessa cosa. Il cavo, o più grossolanamente il ‘jack per la chitarra’, spesso lo scegliamo per il colore, per i materiali di cui è fatto esternamente, per i connettori più o meno solidi, ma raramente per le caratteristiche elettrico-musicali del conduttore. Se il suono arriva, funziona!
L’aver frequentato parecchie fiere nell’ambito musicale mi ha permesso di incontrare personaggi diversi, che oltre a curare o distribuire lo strumento di principale interesse, la chitarra, si dedicano con impegno alla cura dei particolari. Così ho assistito a studi particolarmente approfonditi sulle meccaniche, ma ero già a conoscenza che ‘mantenere’ l’accordatura o poter effettuare un preciso cambio della stessa non era cosa semplice, e le meccaniche potevano sicuramente aiutare questo delicato processo. Sempre distrattamente mi ero dedicato anche ai cavi. Essendo un chitarrista acustico ero poco interessato all’argomento, e quando salivo sul palco demandavo al service il problema dell’amplificazione dello strumento, preoccupandomi esclusivamente di montare sulla chitarra un pickup adeguato per il mio suono.
Fu Angelo Tordini della Reference che, con la sua ostinazione, mi costrinse a preoccuparmi di questo tema, obbligandomi in occasione di ogni fiera a provare le sue ultime novità. Le prime volte, in realtà, i suoi approcci mi sembravano essenzialmente stimolati da una sorta di ‘disturbo ossessivo-compulsivo, che in maniera azzardata poneva il cavo al centro di tutto il processo di diffusione del suono. Poi, pian piano, forse più per cedimento psicofisico che per vero interesse, ho iniziato a pormi il problema e ad ascoltare con più attenzione le differenze di suono generate dai vari cavi.
Angelo ha continuato nel tempo, parliamo di anni, a impegnarsi nella sua missione di instancabile divulgatore. Ed io, dopo l’ennesima telefonata, ma dopo – lo confesso –esser diventato un estimatore dei suoi prodotti, di cui non riesco più a fare a meno, ho deciso di accettare la sua idea di sfida e di confronto tra i cavi dei vari competitor, per valutarne le differenze. Ecco il perché di questa nuova rubrica. Ho chiarito subito, però, che il contest sarebbe stato aperto a qualunque marca e modello, ospitando ogni tipo di prova, in caso anche avversa alla sua teoria e di conseguenza al suo marchio.
Per cui eccoci al primo appuntamento, con un resoconto proposto da Stefano Rossi, ideatore dell’offerta didattica Doopy (www.doopymusic.it) e responsabile del sito Chitarra Didattica (www.chitarradidattica.it). Il resoconto è corredato da un video che potrete vedere seguendo il link o il QR Code che accompagna l’articolo, insieme alle indicazioni per partecipare al “Cable Challenge”.
Il cavo è veramente uno dei segmenti importanti della catena del suono, e può determinarne corpo e calore. Chi è appassionato di Hi-Fi o di registrazione, sa bene quanto possa costare un cavo di alta qualità e quali siano i benefici che esso può offrire. Per cui vi invito a seguire attentamente questa sfida, in modo da non scegliere più il ‘jack’ per la vostra chitarra solo secondo un gusto estetico, ma approfondendo l’analisi del suono e le caratteristiche legate al suo utilizzo.
Fender Deluxe Series Instrument Cable
vs Reference GCR2
di Stefano Rossi
La differenza tra un cavo e un altro è un argomento veramente molto dibattuto all’interno del mondo musicale, e che porta molto spesso a delle discussioni destinate a diventare talvolta piuttosto accese.
Vale la pena spendere per un cavo di ottima qualità? Quanta differenza si sente, oltre una certa soglia di prezzo, tra due cavi di diversa fattura?
Io stesso pensavo che in una stessa fascia di prezzo non ci potesse essere una differenza qualitativa tangibile. E udibile. Sono stato allora molto felice di poter effettuare delle prove tra i cavi Fender Deluxe Series che possedevo già e i cavi Reference GCR2, che mi sono stati generosamente forniti dal titolare della Reference stessa, il gentilissimo Angelo Tordini.
Fino a qualche tempo fa, del cavo che utilizzavo per suonare non me ne fregava assolutamente niente. Mi bastava che funzionasse e che non costasse molto. Ho quindi acquistato sempre dei cavi piuttosto economici: se il suono esce dall’ampli, va tutto bene!
Ho però avuto l’occasione di conoscere di persona Angelo Tordini della Reference, che ha dedicato gran parte della sua vita a studiare il modo migliore per trasmettere il suono dallo strumento al sistema di amplificazione. Un vero ‘maestro del cavo’!
Ho così potuto realizzare un confronto one-on-one tra i miei cavi e quelli prodotti dalla sua azienda.
Oltre a darmi un’ottima infarinatura sulle caratteristiche che possono avere i materiali con cui sono costruiti i cavi, e sulle differenti tecniche di costruzione, la parte veramente interessante di questo confronto è consistita nel fatto che la prova è stata effettuata con un cavo che non fosse high-end, ma con l’entry level della sua gamma.
E sono rimasto piacevolmente stupito nel sentire che la mia chitarra suonava ‘meglio’.
Ma cosa significa ‘meglio’? Angelo mi ha invitato a suonare dapprima la mia chitarra senza che fosse collegata al sistema di amplificazione, per poi confrontarne il suono a basso volume che usciva dall’amplificatore. Il risultato finale è stato che, utilizzando il cavo da lui progettato, il suono si avvicinava di più al timbro della chitarra da spenta. In pratica il cavo Reference permette di conservare le caratteristiche sonore del mio strumento in modo più efficace rispetto ai miei cavi precedenti.
Da allora non ho più usato i miei vecchi cavi e sono passato ai GCR2 per ogni utilizzo, oltre a sostituire tutti i cavi di tutti gli amplificatori nella mia scuola di musica.
Angelo mi ha spiegato che i GCR2 sono stati progettati con l’idea di far avvicinare i musicisti al concetto di ‘suono trasparente’, attraverso dei cavi di prezzo accessibile a tutti: un buon primo step per poi eventualmente, in futuro, approfondire ulteriormente questo aspetto accedendo ai cavi di fascia alta.
Devo ancora sperimentare i cavi di fascia superiore, per cui non mi posso pronunciare in merito. Ma quello che posso dire senza problemi è che i GCR2 sono davvero ottimi per l’utilizzo quotidiano che ne faccio, e sono felice di poter preservare le caratteristiche sonore dello strumento con un minimo investimento.
In ogni caso, la differenza è di sicuro più percepibile ‘dal vivo’ rispetto a quando si ascolta una registrazione. Chiaramente un modo eccellente per valutare la differenza sarebbe stata l’analisi dello spettro sonoro. Però da un lato non ho le competenze sufficienti per illustrare accuratamente un grafico di questo tipo, dall’altro credo che comunque la cosa migliore da fare sia provare con mano la qualità di questi cavi. Vale la pena davvero spendere quei 6-7 euro in più per ottenere questo salto di qualità.
Link al video della prova
https://youtu.be/Ko9y5ZiCw6I
QR Code
Invitiamo chiunque volesse cimentarsi nella sfida “Cable Challenge” a scrivere e mandare i propri test alla redazione, utilizzando l’email info@fingerpicking.net.